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venerdì 8 aprile 2011

Fukushima: verdure radioattive a 25 km by GreenPeace

Posto qui di seguito un articolo di GreenPeace che tramite la propria squadra di radioprotezione inviata in Giappone sui luoghi del disastro nucleare sta verificando i livelli di radioattività.

In questo articolo (indirizzo qui) mette in evienza alti livelli di radioattività a 25 Km dalla centrali di Fukushima, e dimostra che in molti casi vengono comunicati, dalle autorità direttamente coinvolte, dati parziali che di per se non hanno nessun significato.

Per comodità allego qui di seguito l'articolo, da greenpeace.org

News - 6 aprile, 2011
La nostra squadra di radioprotezione in Giappone ha scoperto alti livelli di contaminazione nelle verdure raccolte alla periferia della città di Minamisoma, 25km a nord dalla centrale di Fukushima. Informazioni ufficiali insufficienti per chi vive al di fuori della zona di evacuazione di 20 km.

lunedì 4 aprile 2011

Fukushima, Tonnellate di acqua radioattiva nell'Oceano by LaStampa.it

Da un'articolo sulla stampa.it si conferma che i tentativi di chiudere una falla nel reattore 2 sono falliti!

La TEPCO, il nome di questa azienda non verrà dimenticato facilmente, ha deciso che è necessario riversare in mare 15.000 tonnellate che si sono accumulate in queste operazioni di raffreddamento.

Ovviamente, con la solita litania, la TEPCO afferma che la radioattività non è importante.

Oramai l'incidente è passato da essere la prima notizia, ad una notizia nascosta sui siti e sui giornali, anche se la situazione si sta aggravando, almeno in termini di possibilità di inquinare con la radioattività in scala mondiale.

lunedì 21 marzo 2011

Centrale nucleare BWR by WIKIPEDIA



Leggendo l'articolo presente su wikipedia, disponibile qui, si evince il funzionamento di una centrale nucleare a fissione di tipo BWR, cioè un reattore ad acqua bollente, del tipo utilizzato nella centrale di Fukushima.

Riporto integralmente l'articolo da wikipedia :




Un reattore nucleare ad acqua bollente (in inglese BWR: Boiling Water Reactor) è un reattore moderato ad acqua leggera, che utilizza lo stesso moderatore come fluido termovettore. La denominazione ne definisce la caratteristica principale, cioè quella di utilizzare acqua in ebollizione e di generare quindi vapore all'interno del reattore, eliminando la necessità di avere generatori di vapore. I primi reattori di questo tipo furono i Borax-I, Borax-II e Borax-III, dei quali la versione II è stata la prima a produrre commercialmente energia elettrica negli Stati Uniti. L'ultimo di questi reattori sperimentali, il Borax V, è stato smantellato nel 1964[1]. La filiera BWR è col tempo divenuta la seconda più popolare dopo la filiera PWR , soprattutto per la relativa semplicità dell'impianto rispetto alla principale concorrente.

La figura fa riferimento ad un impianto della prima metà degli anni '60; negli anni seguenti le barre di controllo furono introdotte dal basso dove il loro effetto era massimo, perché si trovassero nella zona dove la reazione era moderata da acqua alla massima densità con maggior effetto moderante, mentre l'acqua è stata fatta ricircolare entro il nocciolo del reattore per consentire un più facile controllo della potenza generata dal reattore.


L'elemento di combustibile C, in forma di pastiglie di ossido di uranioparzialmente arricchito, impilate in barrette di leghe di zirconio ed assemblate in elementi di combustibile, è immerso nel moderatore M, acqua leggera in cambiamento di fase, che funge anche dafluido refrigerante. Nella stessa acqua sono immerse le barre di controllo D usate per modulare l'emissione di neutroni. L'acqua è fatta circolare da una pompa P, e, a contatto degli elementi di combustibile caldi, asporta calore e parzialmente vaporizza, raccogliendosi nella parte superiore del recipiente a pressione V, così da riprodurre all'incirca la funzione del corpo cilindrico di una caldaia. Il vapore così generato, a pressione relativamente bassa (circa 80 bar nella centrale di Caorso), passa nella turbina T accoppiata ad un generatore G che produce elettricità da immettere in rete. La turbina è seguita da un condensatore K dove il vapore viene condensato mediante l'acqua di raffreddamento, fornendo così l'acqua da reimmettere nel reattore. È evidente il rischio, comune a tutti gli impianti a ciclo diretto come il non più sviluppato RBMK o le possibili future filiere del Pebble Bed o del SCWR, legato all'uso del fluido refrigerante del circuito primario direttamente in turbina; ciò comporta, oltre alla necessità di schermare le tubazioni che trasportano il vapore, alla non agibilità delle strutture statoriche delle turbine durante il normale funzionamento dell'impianto; nei periodi di fermo la radioattività nel sistema turbine decade rapidamente e gli impianti divengono quindi raggiungibili per manutenzione. Infine il condensatore, operando a pressione inferiore a quella atmosferica, non comporta pericoli riguardo al rilascio di vapore radioattivo nel normale esercizio del reattore. Lo schermo biologico non è mostrato in figura, ma è evidentemente esterno al recipiente in pressione V.

In Italia sia la centrale del Garigliano (150 MWe), sia quella di Caorso (820 MWe) che quella mai terminata di Montalto di Castro, composta da 2 unità da circa 1000 MWe ciascuna, erano di questa tipologia anche se di tre generazioni diverse, di tecnologia proprietaria General Electric.



venerdì 18 marzo 2011

giovedì 17 marzo 2011

Esposizioni alle radiazioni nucleari Ecco i rischi per la salute (da ilfattoquotidiano.it)

Da un articolo presente sul sito del giornale il fatto quotidiano (vedi qui), si evincono le conseguenze dell'esposizione alle radiazioni.

Esposizioni alle radiazioni nucleari
Ecco i rischi per la salute

Nausea, perdita dei capelli, emorragie, e poi, a lungo termine, tumori alla tiroide e leucemie, la morte. Sono questi i possibili effetti dell’esposizione alle radiazioni. L’unità di misura è il sievert, che è un valore notevole, tanto che in genere si usa il suo sottomultiplo millisievert(mSv).

Per dare un’idea della scala di valori, ciascuno di noi ogni anno assorbe, per via della radioattività naturale, in media 2,4 millisievert. Una radiografia ordinaria comporta per il paziente un assorbimento di 1 millisievert, una Tac oscilla tra i 3 e i 4 mSvt, una Pet o una scintigrafia dai 10 ai 20 mSv. In radioterapia, ovviamente, le dosi salgono molto, in base al tumore che si intende distruggere, e possono superare i 40 mSv. I radiologi hanno come punto fermo la soglia di 6 mSv tollerabili senza conseguenze da un organismo sano.

In Giappone, nei pressi della centrale di Fukushima, si è raggiunta la quota di 400 mSv in un’ora di esposizione. Quali sono i possibili danni? Secondo le tabelle dell’Oms, se si viene esposti a un sievert (1.000 mSv) nell’arco di un’ora si incorre in alterazioni temporanee dell’emoglobina; quando si sale a 2-5 sievert si hanno perdita dei capelli, nausea, emorragie. Con 4 sievert assorbiti in una settimana si ha la morte nel 50% dei casi, con 6 è morte certa e immediata.

Questo solo nel breve periodo. Nel lungo, come si è visto con drammatica precisione negli anni successivi a Chernobyl, anche dopo 20 e più anni, si rischiano tumori (soprattutto tiroidei), linfomi e leucemie. Le aree del corpo considerate più radio-sensibili sono quelle le cui cellule si moltiplicano molto rapidamente: la pelle, il midollo osseo e le ghiandole sessuali. Mentre reni, fegato, muscoli e sistema nervoso sono ritenuti radio resistenti, poiché le cellule che compongono questi tessuti si riproducono con minore facilità. I rischi più immediati, dunque, sono rappresentati da infiammazioni che coinvolgono la pelle e la bocca, da emorragie sottocutanee e perdita di capelli.

Il tasso di mortalità è particolarmente elevato nell’arco di 45 giorni dal momento in cui si viene a contatto con le radiazioni. Contro la contaminazione, le uniche misure con una qualche efficacia sono il chiudersi in casa evitando il più possibile il contatto con l’aria esterna e l’assunzione di iodio, finalizzata a colpire le cellule ormai compromesse evitando che la contaminazione si diffonda nell’organismo. Fondamentale anche l’igiene personale, soprattutto il lavarsi accuratamente le mani. Nei casi più gravi, i piani di intervento di tutti i paesi del mondo prevedono l’evacuazione nel raggio di almeno 5 chilometri dal luogo dell’incidente nucleare.

mercoledì 16 marzo 2011

Mappa interattiva centrale Fukushima 1

Interessante rappresentazione interattiva del complesso fi Fuckushima 1, da repubblica .it (qui)

Fusione barre di combustibile

Citando l'agenzia giapponese Kyodo News le barre di combustibile del primo reattore della centrale di Fukushima 1 è fuso al 70%, invece il secondo reattore è al 33%.

Vengono citate fonti della Tokyo Electric Power Co, la società che gestisce la centrale nucleare in questione.





lunedì 14 marzo 2011

Nuove esplosioni a Fukushima

Secondo le autorità francesi l'incidente occorso ai reattori di Fukushimma è molto più grave di quanto stimato dei giapponesi.

Secondo i francesi l'incidente è di classe 5 (Incidente con conseguenze significative) o 6 (incidente grave) della scala INES anzichè 4 (Incidente con conseguenze locali) come indicato dai giapponesi (fonte corriere.it).

Le informazioni che arrivano dalle autorità nipponiche sono alle volte confuse, dal "va tutto bene" al "non escludiamo la fusione del nocciolo".

Cosa sta succendendo in questi impianti, con gli impianti primari e secondari di raffreddamento in avaria, le barre di combustibile restano scoperte dall'acqua che fa da moderatore per la reazione nucleare ma fa anche da refrigerante.

Con la crescita incontrollata della temperatura del reattore, la lega di zirconio che riveste le barre di uranio ha iniziato a fondere, e reagendo con l’acqua ha formato idrogeno, un gas estremamente volatile. E proprio l’idrogeno prodotto in questo modo avrebbe causato l’esplosione all’impianto numero uno di Fukushima, che almeno per ora non sembra a rischio fusione. Ma la crescita della temperatura è un pericolo soprattutto per le barre di combustibile, la cui fusione, secondo la Tepco, potrebbe essere avvenuta nel reattore numero due di Fukushima. (fonte espresso.it)

In questo articolo dell'espresso.it è spiegata la situazione e cosa può accadere qui.

Di seguito la prima e seconda esplosione


domenica 13 marzo 2011

Centrali nucleari in Giappone, incidente di Fukushima-Daiichi


Dopo il terremoto del 11/03/11 in Giappone il tema della sicurezza delle centrali nucleari sarà parte del dibattito interno, visto anche il referendum del 12/06.

Il Giappone è contemporaneamente una delle zone più sismiche e nuclearizzate del mondo, cosa che avrebbe dovuto quantomeno far riflettere gli esperti.

Dopo una giornata di dubbi, al momento della scrittura di questo post, sembra definirsi l'ipotesi di una fissione nucleare in corso al primo reattore dell'impianto di Fukushima-Daiichi .

Il reattore di Fukushima-Daiichi, prendendo le informazioni da wikipedia, è un impianto di tipo BWR costruito tra il 1967 e il 1970, entrato in funzione l'anno successivo.






lunedì 2 giugno 2008

Nucleare a fissione No Grazie!!!!


Rilancio il post di Grillo contro la nuova ondata per il nucleare!!!

Il resto del mondo sta abbandonando l'atomo, anzi sta lasciando la fissione
nucleare e noi invece ....

Dalle news di questi giorni gli USA hanno raggiunto il 30% della produzione di energia dall'eolico, la Spagna ha superato per la prima volta la produzione di energia eolica rispetto al nucleare...

Speriamo solo che la fusione fredda, dal Giappone vedi l'articolo del Messaggero , arrivi prima che "lor signori" riescano nell'impresa di mettere delle centrali a fissione!!!!

E subito dopo due video da rainew24 da youtube sulla fusione fredda in Italia.....

Inchiesta di Rai News 24 sulla fusione fredda (parte 1)



Inchiesta di Rai News 24 sulla fusione fredda (parte 2)

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